I Volti di Gerusalemme: i Bambini

Una tradizione Giudaica dice che Gerusalemme ha 70 nomi. Uno di essi è: l’Ombelico del mondo. Risale ad una tradizione pagana di Delfi. Come parlare di Gerusalemme? Diceva Chateaubriand nell’Itinerario da Parigi a Gerusalemme: “Gerusalemme, il cui nome evoca tanti misteri, colpisce l’immaginazione, sembra che tutto debba essere straordinario, in questa straordinaria città”

Ed è sicuramente una città affascinante e piena di misteri: “Yerushalaim la città celeste e terrestre”. Gerusalemme “la Santa”, fulcro delle tre religioni monoteistiche: Ebraica, Cristiana e Musulmana, è la città per la quale popoli e nazioni, in nome di Dio, lungo i secoli e fino ad oggi, si sono posti in conflitto. Ma è anche il simbolo di tutte le attese e le speranze umane, il luogo nel quale, in qualche maniera, le sofferenze umane si concentrano, i dolori umani si incontrano, ma nel quale tutte le speranze si riaccendono. E’ anche la Città della riconciliazione,  dove Ebraismo, Cristianesimo e Islam oggi coesistono.

La mostra “I volti di Gerusalemme: i bambini” nasce da un viaggio intrapreso nella Città Santa a Settembre del 2016. Ho voluto concentrare l’attenzione sui bambini, perché sono loro il futuro del mondo, sono spontanei, in loro non vi sono pregiudizi, non conoscono differenze di religione, di cultura, l’importante è divertirsi insieme.

Girovagando per le vie della città, li vedi scorrazzare felici, spensierati, giocare in piazza, nel cortile della scuola o passeggiare con i propri genitori: sono universalmente uguali. In loro si incarna la speranza di un futuro migliore per Gerusalemme e i suoi abitanti.

Condividi l’Articolo

5 Commenti. Nuovo commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Compila questo campo
Compila questo campo
Inserisci un indirizzo email valido.

Altre esperienze di viaggio