Le radici di queste incredibili opere architettoniche affondano nei primi secoli del Cristianesimo, quando i primi eremiti scelsero di ritirarsi nelle grotte della Cappadocia per condurre una vita ascetica, lontana dalle persecuzioni e dalle tentazioni del mondo esterno. Tuttavia, nel corso del tempo, queste caverne non furono solo rifugi spirituali, ma si trasformarono in veri e propri centri abitativi sotterranei, progettati per difendersi dalle minacce esterne.
Secondo gli archeologi, le più antiche città sotterranee risalgono all’epoca ittita, 4000 AC, e solo in un secondo tempo furono occupate dai cristiani. Kaymakli è una di queste. Luogo claustrofobico e misterioso, Kaymakli è costituita da una serie di tunnel e ambienti sotterranei, con 8 livelli sovrapposti, che comunicano con l’esterno grazie a gallerie d’aria. Le città sotterranee così costruite si mescolano a chiostri, spazi di lavoro e chiese rupestri site sulle ripide scogliere.
L’ingresso ai siti era talvolta reso molto difficile dal fatto che le pareti verticali delle falesie dovevano essere scalate utilizzando appigli per mani e piedi. Anche al loro interno gli spostamenti erano resi difficoltosi da cunicoli ripidi e stretti e da camini verticali. Nelle alte pareti della scogliera venivano scolpite e sono tutt’ora presenti tantissimi colombari, spesso con fori d’ingresso dipinti a colori. Il colore avrebbe attirato gli uccelli che vi facevo il nido.
Le innumerevoli chiese rupestri spaziano dai singoli ambienti completamente spogli delle città sotterranee, che possono essere identificati come spazi religiosi solo per la presenza di una pietra d’ altare, alle chiese a croce inscritta fino alla basilica a tre navate. Sono tutte fortemente modellate secondo l’architettura della chiesa bizantina: la maggior parte ha una pianta a croce, una o più cupole, volte a botte, colonne e pilastri o combinazioni di tutti questi elementi. Nella maggior parte dei casi, anche i mobili delle chiese, come gli altari, i banchi, i fonti battesimali, i sedili del coro e lo schermo del coro erano scolpiti nella roccia.
Durante il periodo iconoclasta (725-842), molte di queste chiese rupestri furono decorate solo con semplici croci scolpite o dipinte a tempera.
Nel IX secolo l’iconoclastia terminò e, da allora, le chiese furono decorate con affreschi sempre più complessi e dai colori vivaci. Le decorazioni avevano l’intento di istruire il fedele analfabeta sulle vite e le vicende dei protagonisti della Bibbia, assurgendo ad un ruolo prettamente istruttivo.
Le chiese più antiche sono state in gran parte ridipinte. In molte chiese non restaurate si possono ancora vedere i vecchi motivi geometrici.
Purtroppo l’erosione delle falesie, l’inquinamento e il forte flusso turistico stanno pregiudicando ormai da anni lo stato di conservazione di queste aree: alcuni affreschi e strutture rupestri sono già andati perduti e le autorità locali lavorano costantemente per proteggerne il valore storico e culturale.